Sabato 20 Aprile 2024 - Anno XXII

Turismo oggi: riflessioni su viaggi, viaggianti, facenti viaggiare

Turismo e viaggi

Sempre più difficoltoso viaggiare. Fare turismo nel panorama geopolitico odierno è un’avventura. Nubi minacciose arrivano dalla Corea del Nord. Il Mediterraneo col nord Africa non è messo meglio. Madre natura con uragani e terremoti sta facendo il resto

Turisno Donald Trump
Donald Trump

Sarò anche un filino catastrofista, ma a me mica mi piacciono tutte quelle “notizie paraturistiche” che leggo sui giornali e vedo/sento alla tivù. Anzi mi preoccupano un pochino (e non mi riferisco a Trump che a mò di maestro delle elementari minaccia quei baloss dei nordcoreani che, invece di dar da mangiare ai loro sudditi – e gira pure voce che per calmare la fame mangino l’erba – sparano in cielo missili il cui costo è pari a tanti milioni di cappuccini con brioche). Perché, vabbè la sfiga ma, come diceva colui che inventò il sagace est modus in rebus, ci sarà pur sempre un pochino di normalità.
Cominciamo, si diceva, con la lontana Nord Corea (ma ormai, dopo il passaggio dall’arco e le frecce ai missili intercontinentali, niente è “più lontano”, e prima o poi anche un pirla qualsiasi schiacciante un pulsante dalla luna o da Marte può far saltare in aria il milanese corso di Porta Romana…). E lì ho già commentato che “ci pensa Trump”, del quale mi fido se è vera quella storia (ma avete visto che pezzi di gnocca la di Lui moglie e figlia?) dei Duri Vincenti che nella vita (quindi nell’amore e pure in politica) “hanno sempre ragione” (sull’importanza dei danèe decida il cortese lettore).

Turismo tra politica disastri naturali

Turismo Messico-terremoto
Terremoto in Messico

Sempre a proposito di politica (che, se non “tranquilla”, può danneggiare i Viaggi & Turismo) il Mediterraneo, nel senso di nord Africa, non va mica tanto bene (e siamo in autunno, per ‘fare i bagni’ è il caso di andare sempre più a sud, perché nel nord Europa, puoi, al massimo, farti una sauna). In Egitto, dicunt, tra la vicenda del Regeni e gli eccessivi adoratori di Allah, gli alberghi abbondano di letti liberi. Né va meglio se si parla di tempo, nel senso di meteo. Alle Antille è già arrivato alla M l’alfabeto usato per elencare gli uragani da cui disastri, inondazioni etc. etc. etc. (tremendi quei venti a 250 kmh, ma vi rendete conto?). Per non parlare del tragico terremoto in Messico, meraviglioso ma anche (se si parla di Madrenatura) sfortunato Paese che qualunque viaggiatore con esigenze culturali, ma pure goderecce, dovrebbe aver visitato.

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Turismo: aerei che non partono e sicurezza nelle città

Turismo Ryanair-a-terra
Un aereo Ryanair fermo a terra per mancanza di piloti

Ma per ‘fare turismo’ c’è da muoversi, girare in auto o prendere un aereo. E allora ecco quelli della Ryanair che ti inventano la vicenda dei piloti (proprio un bel casino, perché, dai e dai, pissibao pissibao, a “sentire” i giornali, tele e non, intervistanti “anonimi” comandanti, sembra che chi pilota e si ritrova per le mani la vita di decine di esseri umani, intrattenga con la citata compagnia rapporti più o meno simili a quelli che intercorrevano nella Servitù della Gleba, così, ripeto, sembra). Da quanto sopra a parlare di sicurezza, sia chiaro, ne corre, epperò. Quanto al Belpaese, vabbè, si parla di una buona “estate turistica” (evviva), da cui si evince che (ormai) non si sta più (dicunt a Roma) a spaccà er capello eppertanto nella bella Venezia sono diventati no problem i bivaccanti in piazza San Marco e quei bestiùn di meganavi che vi passano davanti. Né sembrano preoccupare quelle due o tre aggressioni a turiste più o meno attempate tra il Campidoglio e Villa Borghese (romantica di giorno, poi, almeno ‘a detta dei giornali’, pubblico dormitorio di poveracci). È il (nuovo) Turismo, cara gent.
Quanto al ‘vicino’ SCV, Stato Città del Vaticano, i clochard (in Italia barboni) potranno, sì,  (“lo dice il ‘Corriere’” del 22/9) dormire la notte sotto il colonnato del Bernini, però per “esigenze di sicurezza”, precisa il citato quotidiano milanese, saranno allontanati da piazza San Pietro. Che bello se quanto sopra accadesse anche a Milano davanti (e ai lati) della Stazione Centrale (“biglietto da visita”, primo, e ultimo, impatto visivo, e non, del turista in visita alla Capitale, vabbè solo economica e morale, del Belpaese).

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