
La montagna suscita sempre un grande fascino. In inverno quando le cime e le valli sono coperte dal candido mantello bianco. In primavera e in estate quando le vette incontrano il cielo e si può camminare a passo leggero tra paesaggi unici al mondo. Il mio ultimo viaggio tra fine inverno e inizio primavera si è svolto nel comune più occidentale della Val d’Aosta: La Thuile, che con Courmayeur, è l’ultimo baluardo italiano prima di entrare nel territorio francese della Tarentaise. La Thuile si trova a 1441 metri in un’ampia valle stretta tra il massiccio del Rutor, la piramide del Grand Assaly e la catena del Monte Bianco. Habitat selvaggio, natura generosa e accogliente, carattere eclettico, La Thuile regala l’emozione di vivere l’essenza vera della montagna. La proposta turistica per l’estate coniuga sport, relax, divertimento, cultura e buona tavola. Regina degli sport invernali, paradiso del trekking e dell’alpinismo, oggi è anche una meta per gli appassionati, sempre di più, della mountain bike.
La Thuile e il trekking

Una fitta rete di percorsi raggiungono mete emozionanti. Si scoprono zone di interesse storico e geologico. La Valle d’Orgères, per esempio, è ricca di testimonianze del periodo tardo medievale e, oggi, oggetto di un progetto di scavi. Una vallata nella cui salita si è chiusi fra la cresta della Punta Belleface ad est e da quella di Laugeron, ad ovest. In cima una splendida panoramica sulla catena che dal Monte Bianco si spinge sino alle Grandes Jorasses; mentre, in direzione opposta gli scorci meravigliosi arrivano al Grand Combin e al più lontano gruppo del Rosa. La selvaggia Valle del Breuil, di grande interesse geologico, è un itinerario che permette di attraversare un minuscolo oceano in miniatura, pian piano raschiato via dalla sua antica piana abissale e dolcemente depositato in mezzo alle montagne che sovrastano La Thuile. Un viaggio nel mesozoico che si rivela, in particolare vicino al colletto della Pointe Rousse e intorno al lago di Tormotta. (Scaricare la cartina dei sentieri dal sito www.lathuile.it).

A piedi, in bicicletta o in auto, percorrendo gli itinerari che portano al Colle del Piccolo San Bernardo, si resta affascinati dalla bellezza del Lago Verney, il più vasto specchio lacustre naturale della Valle d’Aosta. Di origine glaciale il Lago Verney si trova a 2.088 m di altezza, tra il Bec des Rousses, promontorio del Piccolo San Bernardo, e il monte Chaz Dura. Il giro del lago di Verney si fa in circa 45 minuti. Lasciandosi il lago alle spalle si può raggiungere in circa mezz’ora il Lago Verney Superiore. Proseguendo verso il Colle di Punta Rousse, si incontrano numerosi laghetti d’alta quota e radure alpine, e si arriva alle sponde del Lago di Tormotta a quota 2.486 m.
Le cascate del Rutor

La Thuile è contraddistinta dal ghiacciaio del Rutor. Lo si può ammirare da qualsiasi prospettiva. Figlie del ghiacciaio sono le Cascate Rutorine. Le tre cascate del Rutor sono tra le più spettacolari della Valle d’Aosta. Il Rutor, infatti, è il sesto ghiacciaio d’Italia.
Tre salti d’acqua impetuosi che si gettano in gole e precipizi, generando la Dora del Rutor. Emozionante il passaggio sul ponte che sovrasta la cascata e permette di osservarla dall’alto. L’inagurazione del ponte sulla terza cascata, avvenuta nel 2014 in occasione del centocinquantesimo anniversario della nascita delle attuali cascate, permette uno spettacolo unico. Per ammirarne la bellezza si può percorrere un sentiero che in 1 ora e venti porta da La Joux (1.603 m), a circa 3 Km da La Thuile, alla terza cascata (1.996 m). Si parte dai casolari di La Joux, si percorre la mulattiera, che attraversa boschi di conifere, fino ad arrivare, dopo venti minuti, allo spettacolare punto di osservazione sulla prima cascata, a 1.700 m di quota. Si prosegue nel bosco fino a raggiungere la Baita Parcet (1.772 m), passando un pianoro vicino al torrente, si riprende a salire per il sentiero, fino alla svolta a destra per la seconda cascata, a 1.850 m. Pochi tornanti ancora e in brevissimo tempo si può ammirare sulla destra anche la terza cascata. Se non si degli esperti alpinisti è meglio rinunciare alla salita sul Rutor. Nei pressi della cascata però si trova un bivio che offre a tutti la possibilità di raggiungere il Rifugio Deffeyes (2.494 m) o deviare sulla destra in direzione dei Laghi di Bellacomba.