Sabato 20 Aprile 2024 - Anno XXII

Accademia della cucina. A Maleo ricordando Gianni Brera e Franco Colombani

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Una sera a cena alla Locanda del Sole dedicata a due grandi: Gianni Brera, giornalista sportivo e cultore del buon cibo, e Franco Colombani, il principe del gusto ex patron del Sole a Maleo in provincia di Lodi.

Gianni Brera, giornalista e scrittore

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Gianni Brera alla Locanda del Sole a Maleo

In una notte del dicembre ’92 Gianni Brera scomparve in un incidente d’auto al ritorno da una ennesima “paciata” (uno dei suoi innumerevoli neologismi che portarono i suoi articoli all’esame dei maggiori esperti del linguaggio). Ennesima, la cena, in quanto avvenuta, a Maleo, in provincia di Lodi, alla “Locanda del Sole” di Franco Colombani, suo arciamico (quel ‘arci’ che Brera usò inventando una delle sue più intriganti rubriche “L’arcimatto”…).

Libro Gianni BreraScompariva, con Gianni Brera quella che gli spagnoli (mutuando dal linguaggio taurino) chiamano una “figura”, un personaggio, non solo del giornalismo sportivo (atletica e pallone – ed ecco Eupalla –  e per inciso teneva per il Genoa) ma anche, se non soprattutto, di una cultura che (absit iniuria ‘leghista’) definirei padana.  Il Po (la sua natia San Zenone) e l’affluente Ticino, dopodiché, in occasione di una cena al milanese “Riccione” (altro suo Buen gastro Retiro) ivi portato dal Gianni Clerici (altro grande narratore, mica solo tennistico, lui, però, più nordicamente lumbard pedemontano) conobbi Brera e mi scoprii suo sodale. Culèga non certo perché, sia pur umile, scriba (direbbe il Clerici) di viaggi & turismo, bensì per (dettaglio se pur labile, e vabbè) la comune Alatinità, laddove mi riferisco, agli Alatini, nel senso di quelli che hanno studiato al glorioso non meno che storico Alma Athenaeum di Pavia (e apro un brevissimo inciso: ma perché, invece di lasciarla languire sonnolenta, non si fa di Pavia una bella Oxford padana?).

Franco Colombani, principe del gusto

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Portico dell’Albergo del Sole

Spiegato il Gianni Brera, quanto al Franco Colombani i nostri lontani (scomparve nel ’96) e non frequenti rapporti (ma ricordo ancora bene quando, finito il desco, il patron della locanda malerina faceva musica nel bellissimo portico dell’alberato cortile) risalgono a vicende dell’alta terra padana a me cara: l’Emilia. Perché con Colombani condivisi l’ammirazione (quella di Franco, professionale, la mia, soltanto palatale e umana) di quella “figura” meravigliosamente signorile che fu il Peppino Cantarelli in quel di Samboseto. “Signorile” perché il Peppino possedeva la grandeur (giro da decenni nel mondo ma l’ho incontrata assai raramente) di trattare i suoi clienti nello stesso identico, perfettamente simile modo (con quella sua R arrotata che più parmigian capitalina di così non si poteva). Un esempio del Cantarelli “signore” (ma oggidì sarebbe più chic dire “democratico”, e vabbè)? Presto detto, il caso mio (e scusomi per il frequente ricorso a “fatti personali”, ma se nella mia ormai veterana vicenda umana ho avuto la fortuna, o anche un filino di minima capacità, di conoscere gente “giusta”, che cacchio c’entro io?). Mi riferisco a quando, giovine non meno che (molto) poco possessore di danèe apparivo al Peppino e Lui mi salutava con la stessa identica bonomìa e affabilità che riservava alle ricche sciurette de Roma Nostra di passaggio sull’Autosole Milano – Roma, nonché a produttori cinematografici che altri osti avrebbero servilmente accolto in ginocchio … per tutti l’identico welcome. Grande Peppino! Tutto ‘sto tempo per (e così finiamo in Romagna, vai col Lìssio…) un Amarcord che per me sarà stato pur tenero e struggente, ma a ‘sto punto mi concede poco tempo (da cui la necessità di risultare quasi telegrafico) per la cronaca quasi in diretta della serata in cui sono stato (ça va sans dire, piacevolmente) arruolato dagli Accademici della Cucina.

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Accademia e Accademici della Cucina

Gianni Brera Premiazione Accademia Cucina a Ristorante Locanda del Sole, Maleo
Un momento della premiazione. Accademia della Cucina

E mi riferisco al Nicola (Rivani Farolfi), Lìder Maximo degli Accademici di Milano Brera (ma in ‘sto caso mi riferisco all’istituzione napoleonica…) che ha pensato bene a dare vita a un agape (n.b. si vede che, ai miei tempi, per andare all’università era d’uopo “aver fatto il liceo”…) in joint venture con gli Accademici di Lodi (che durante la pappata ho avuto l’onore e il piacere di conoscere, gente cordiale e semplice che non se la tira, da cui ‘sto mio ennesimo, entusiastico proclama: “Evviva la ‘provincia’ del Belpaese!”). A ‘sto punto resta solo da precisare che il simposio alla Locanda del Sole, Maleo, era stato deciso per ricordare il Giuàn Brera (fu Giovanni) e Franco Colombani (dopodiché, se proprio fosse il caso di scomodare pure Shakespeare, non escluderei che aleggiasse pure il fantasma del  Peppino Cantarelli…).

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Lasagnette alle Ortiche

Tanti bei ricordi mi stavano inducendo a scordare che ho/abbiamo degustato: Raspadura e Salame, Patè d’Anatra, Lasagnette alle Ortiche, Stracotto di Manzo, Sabbiosa con Crema al Mascarpone … il tutto (e, pido perdòn, per questa ennesima ‘volgarità’ non senza giurare che è l’ultima di questa relazione) “innaffiato” da Spumante Arunda Brut, Barbera d’Alba ‘Michet’, Malvasia dolce* delle Cantine Bacchini. * (E sul “Dolce” della Malvasia il mio palato avrebbe – pure! – qualcosa da obbiettare, datosi che, alla fine di ciascuno dei circa 66 sorsi eseguiti si è sempre ritrovato alle prese con un paradisiaco retrogusto amarognolo di grande interesse, se non che, se dico la mia, e se ho ben capito, il Nicola non mi invita più a ‘sti simposii… anzi, sembra proprio che, giusta il di lui giuramento, in futuro così sarà … e vabbè, tutta colpa dei miei natali torinesi laddove essere Bastian Contrario è soltanto indice di buona personalità e scarsa propensione a schierarsi “allineati e coperti” … ma questa, avrebbe detto Kipling. è un’altra storia….).

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