Martedì 10 Dicembre 2024 - Anno XXII

Sulle orme della Via Francigena

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Lungo la Via Francigena, a passo lento, per meravigliarsi della natura e dei capolavori artistici che si incontrano. Scoprire le vie di antichi pellegrini, attraverso luoghi incontaminati e borghi del centro Italia definiti minori

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Il camminare

Un’Italia minore? Non si direbbe, vista l’unicità e la ricchezza di alcuni monumenti e capolavori artistici. Eppure così sono considerate alcune cittadine e borghi di Toscana e Lazio, oscurati dalla potenza iconica di centri maggiori, come Firenze e Roma. Centri e borghi tutti da scoprire, con calma, a passo lento, in viaggi esperienziali ed emozionali. Si tratta degli Italian wonder ways, che  attraverso luoghi incontaminati e borghi del centro Italia, possono diventare un nuovo prodotto turistico italiano.

Sono vie che ripercorrono antichi tracciati, strade storiche, cammini  di respiro europeo; anzi sono quelli che spesso hanno contribuito a formare l’identità europea nei secoli. Prima tra tutte la Via Francigena da Canterbury a Roma, descritta  per la prima volta dal vescovo Sigerico, che, nel 990  fissò 80 tappe  da percorrere in 79 giorni di cammino. Cammino orizzontale verso una meta geografica, ma anche cammino verticale alla scoperta di se stessi.

Via Francigena: il viaggio, la fede, la bellezza

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Pellegrini in cammino

In tempi di lotte fratricide tra Guelfi e Ghibellini, al pellegrino bastava bussare ad una porta e presentare le credenziali per essere accolto fraternamente. Le sue “armi” erano modeste: il “bordone” come sostegno e difesa contro animali e insidie, il mantello, il cappello, la scarsella per riporre un pezzo di pane e un libro di preghiere. Una delle porzioni più suggestive della Via Francigena, riconosciuta nel 1994 itinerario culturale dal Consiglio d’Europa, è quella che da Lucca arriva a Roma, attraversando Toscana e Lazio.

Proprio a Lucca, intatta dentro la sua cinta muraria, con le torri e le splendide facciate marmoree delle chiese, l’installazione multimediale “Il viaggio, La fede, La bellezza”, appena aperta,  diventa punto di riferimento nazionale sull’argomento. Nella imponente Casa del boia restaurata di recente, dagli enormi voltoni, la Via Francigena Entry point rappresenta un’immersione totale in  un contesto di suoni, buio, vento, paura, visioni di paesaggi misteriosi in attesa della meta finale, Roma. Nel percorso la strada era difficile, segnata appena dalle orme precedenti, spesso tra boschi  paurosi e fitti cespugli. Poi all’improvviso si scorgevano lontano le mura e le torri di un borgo o una città. E ci si rincuorava.

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Emozioni lungo il cammino

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Monteriggioni

Il viaggiatore moderno si emoziona ancora alla vista di San Gimignano o di Monteriggioni, luoghi sospesi nel tempo. Dalla torre più alta di San Gimignano, un gioiello protetto dall’Unesco, ricchissima nel Medioevo per la produzione dello zafferano, panorama imperdibile sulla città e sulle colline toscane.

Le torri di Monteriggioni, arrivando a piedi da Abbadia a Isola, un piccolo villaggio sorto attorno all’abbazia cistercense di San Salvatore del secolo XI, sembrano davvero “orribili giganti”, secondo l’espressione dantesca. Infine la Rocca di Radicofani, alta sull’intrico di vie strette e  case in pietra, legata per anni al nome del famoso brigante/gentiluomo Ghino di Tacco.

Via Francigena: da Siena alla Val d’Orcia

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Siena

Siena, tappa fondamentale della Francigena toscana , gioiello compatto all’interno della cerchia delle mura, offre l’esempio più alto di ospitalità: l’Ospedale Santa Maria della Scala. Chiamato così perché sorto davanti alla scalinata del fastoso Duomo, il  vasto complesso ospedaliero sorse tra il IX e l’XI secolo, per accogliere i pellegrini di passaggio e tutte le persone indigenti, soprattutto mamme e bambini abbandonati. Bellissima la grande sala dell’infermeria detta “pellegrinaio” con un grande ciclo di affreschi sulla vita quotidiana dell’ospedale. A San Quirico d’Orcia, dettagli d’arte nella Collegiata romanica e cura  del paesaggio negli Horti Leonini della potente famiglia Chigi.

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Val d’Orcia

Siamo qui nel cuore della Val d’Orcia. Sui crinali casolari e cipressi disegnano un paesaggio stilizzato, protetto come patrimonio dell’umanità dall’Unesco, simbolo di armoniosa fusione tra natura e cultura.
Altro paesaggio nella Tuscia viterbese. Ai cipressi subentrano i pini a ombrello che preludono all’inconfondibile paesaggio romano. La Via Francigena entra nel Lazio ad Acquapendente, famosa per la sua Cattedrale di origine romanica che conserva una cripta del IX secolo dai ricchi capitelli e con un sepolcro sotterraneo che per tradizione custodisce reliquie del pretorio di Gerusalemme.

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Da Bolsena a Sutri

Viterbo
Viterbo

A Bolsena il paesaggio rasserenante del più grande lago vulcanico d’Italia, accompagna gli scorci della collina che, tra vicoli, mura e balconi fioriti arrivano al culmine del Castello. Panorami sul lago anche dalla splendida Rocca papale di Montefiascone, dove non si può perdere una sosta alla tavola dell’Enoteca della Tuscia: sughi saporiti, affettati, formaggi, torte di verdure accompagnati dal famoso vino Est Est Est.
Viterbo conserva ancora l’atmosfera solenne e severa del periodo medievale, quando il Palazzo dei Papi diventò per decenni sede effettiva del Pontefice e del Conclave dei cardinali. La città conobbe un improvviso sviluppo di palazzi, chiese, strade, come testimonia il quartiere medievale di San Pellegrino di architettura e  atmosfera duecentesca.

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Sutri

A Sutri, nel parco archeologico paesaggistico, proprio lungo la via Cassia verso Roma, muraglie etrusche, un anfiteatro in tufo e il famoso Mitreo che  sovrappone testimonianze pagane e cristiane. Sutri è l’ultima tappa di rilievo prima di arrivare alla meta. Se si vuole percorrere a piedi l’ultimo tratto della Francigena, può essere intrigante lasciare la via Cassia, trafficatissima ad ogni ora del giorno e deviare nella Riserva naturale dell’Insugherata, un’area naturale protetta della Regione Lazio, che porta in oltre 700 ettari di biodiversità e di emozioni fino alla terrazza di Monte Mario. Da qui panorama indimenticabile sul Cupolone di San Pietro, meta finale del viaggio e approdo in tutti i sensi del Cammino.

Dove mangiare

La gastronomia

Stazioni di sosta, punti di ristoro allora come oggi. Menu frugali, ma non troppo: frittata di erbi, zuppa di fagioli, ribollita con timo e menta, trippa, baccalà. È oggi il menù che si può gustare a La Casermetta di Lucca, ristorante attiguo all’installazione multimediale che racconta la vita quotidiana e quindi anche l’alimentazione del pellegrino sulla Francigena. Ancora più frugali i menu nei punti di sosta come La Villa a Monteriggioni o a Bagno Vignoni, la cittadina famosa per l’unica piazza d’acqua d’Italia: un veloce picnic con tagliere di affettati, formaggi locali, panzanella,  bruschetta e vino rosso.
Ristorante delle mura La Casermetta, baluardo San Salvatore, Lucca
www.enotecatuscia.it

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Dove alloggiare

La Regione Toscana ha molto valorizzato e  messo in sicurezza sentieri, ostelli, luoghi di sosta. Ostelli a Lucca, Radicofani, Abbadia a Isola
Info: www.ostellolucca.it

La carta del pellegrino che si può acquistare negli info point indicati dà diritto ad accoglienza riservata e sconti su tutto il percorso in ostelli e luoghi di sosta. “I volti della Via Francigena” di Fabio Dipinto è un documentario che si svolge lungo un tratto della Via, patrocinato dall’Associazione Europea delle Vie Francigene.

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