Martedì 10 Dicembre 2024 - Anno XXII

La Sardegna che accoglie non delude

La Sardegna dove la natura selvatica incontra la sabbia bianca, il mare è un cristallo e forti sono l’attaccamento alle tradizioni, l’attitudine e la gioia dell’ospitalità. Nulla di nuovo per i frequentatori della terra sarda. Il nostro tour in Gallura

Sardegna Il mare azzurrissimo dell'Isola di Spargi
Il mare azzurrissimo dell’Isola di Spargi, nell’arcipelago di La Maddalena

Mal di Sardegna. Ebbebe sì. Ritornata alla quotidianità dopo un breve viaggio in Gallura, un’emozione emerge chiara: soffro di “Mal di Sardegna”. I sintomi ci sono tutti: tanta nostalgia di questa terra, della straordinaria bellezza dei suoi paesaggi, dell’ospitalità della gente. Non era la prima visita nell’isola eppure stavolta la scintilla è scoccata… Meglio tardi che mai.
L’occasione di una “spedizione” in terra sarda in apertura di stagione è arrivata da Delphina (www.delphina.it), gruppo alberghiero che da anni ha investito nel nord della regione, con un’offerta di otto strutture di proprietà tra hotel e resort disseminati sulla costa da Badesi, nel Golfo dell’Asinara, a Cannigione, in Costa Smeralda. Mondointasca è stato invitato a partecipare a un blogtour, un’avventura social, molto in voga oggi, per avere un assaggio dell’accoglienza gallurese (il nostro tour su #mitsardegna #delphinahotels).
Sessanta minuti scarsi di volo separano Milano da Olbia, porta di accesso a un altro mondo, quello delle vacanze e del Mare, con la “M” maiuscola come si usa per i concetti ideali: trasparente, brillante, illuminato da centinaia di sfumature, aggettivi che inevitabilmente sono solo un’ombra dell’immagine di questa bellezza naturale e reale, in cui non si vede l’ora di tuffarsi.

Sughero e nuraghi

Sardegna La porticina di accesso al Nuraghe Majori
La porticina di accesso al Nuraghe Majori

Siamo in Gallura, una delle regioni storiche e geografiche della Sardegna, la parte più settentrionale dell’isola, un territorio oggi compreso nella provincia di Olbia-Tempio e in parte allungata verso sud-ovest, in provincia di Sassari. Il nostro viaggio è appena cominciato e già ci conduce nell’entroterra, lungo la statale 127 che attraversa un paesaggio collinare e verdeggiante fitto di lecci, querce secolari, mirto, ginepro e sugherete, i boschi del prezioso legname. Strati di cortecce accatastati l’uno sull’altro ci segnalano che stiamo costeggiando Calangianus, il maggiore centro italiano per l’estrazione e la lavorazione del sughero, la voce più importante dell’economia locale accanto al turismo. Proseguendo in direzione della costa occidentale s’incontra la cittadina di Tempio Pausania. qui conviene fare una deviazione e imboccare la Statale 133 per Palau. Seminascosta nelle sugherete, si troverà un’indicazione per svoltare in una strada sterrata e tuffarsi nella storia, indietro di 3.500 anni, nell’Età del Bronzo Medio. Ci troviamo nella terra dei nuraghi (in Sardegna se ne contano qualcosa come 7.000, edificati a partire da poco prima della metà del 2° millennio a.C.), una traccia indelebile della storia sarda. Qui ne incontriamo uno, imponente, composto da blocchi di granito di grandi dimensioni che hanno valso alla struttura il nome di Nuraghe Majori, una millenaria “abitazione” fortificata a due piani posizionata in un punto panoramico sulle alture circostanti ricoperte di boschi e massi rocciosi.
Un paio di curiosità: Miriam Spano, l’archeologa che vi accompagnerà nella visita realizza insieme a un’amica dei gioielli di sughero davvero raffinati. Il ricavato della vendita è destinato interamente alla manutenzione del sito archeologico. Un altro consiglio importante: fate silenzio all’interno del nuraghe perché, in un antro buio e fresco, vive una colonia di pipistrelli piccolissimi, una specie oggetto di studio dei ricercatori universitari: i minuti mammiferi volanti arrivano al nuraghe ogni anno ad aprile, in prossimità della Pasqua, partoriscono a giugno e migrano a ottobre. In questo periodo dormono innocui e pacifici appesi a testa in giù!

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La Sardegna di ieri e di oggi

Sardegn aUn telaio esposto al Meoc, il più grande Museo etnografico
Un telaio esposto al Meoc, il più grande Museo etnografico della Sardegna

Il nostro itinerario nell’entroterra gallurese ci fa scoprire il borgo di Aggius. Il paesino, non a caso Bandiera arancione del Touring Club e inserito tra i “Borghi autentici d’Italia”, è una chicca per le sue bianche vie di granito, la roccia preponderante in questa zona. Qui e là si ammirano le opere dell’artista locale Maria Lai (1919-2013) che ha voluto celebrare l’antica tradizione tessile gallurese realizzando dei telai in chiave contemporanea. Stilizzati simbolicamente, questi storici strumenti del lavoro femminile sono affissi agli angoli delle viuzze e su alcune facciate di case e palazzi. Un’opera dell’artista è conservata anche all’interno del Meoc, il più grande Museo etnografico della Sardegna che mette insieme manufatti, arredi, oggetti della vita quotidiana, gli attrezzi degli antichi mestieri della tradizione e della cultura popolare gallurese dal 1600 a oggi.
Un ampio spazio è dedicato al tappeto aggese, un simbolo della tradizione artigiana sarda, apprezzato anche all’estero. I filati di lana sono colorati con le erbe (persino la buccia di cipolla era usata per dare una colorazione giallo ocra) e lavorati dal vivo da alcune tessitrici alla conduzione dei telai in legno. Il risultato di questo lavoro certosino è un tappeto a bande orizzontali, in cui dominano i colori rosso, giallo, nero, verde, le sfumature della terra che disegnano forme romboidali, motivi floreali o gli “omini” sardi, stilizzati che indossano gli abiti del folclore.

Aperitivo nella Valle della Luna

Sardegna La Valle della Luna
La Valle della Luna

Lasciata Aggius e le sue memorie, andiamo a esplorare il territorio circostante. È qui che si apre un paesaggio davvero fuori dal mondo, la Valle della Luna. Lo sguardo abbraccia una verde piana disseminata di massi granitici che richiamano le superficie rugosa del nostro satellite. A intervallare l’andamento della pianura, spuntano in vari punti delle montagnole rocciose levigate dal vento e dal passare del tempo. Si riesce a scorgere misteriose forme che hanno alimentato la fantasia popolare, il severo naso aquilino di una strega fa compagnia al profilo di un fraticello panciuto. Quando la luna si fa rossa, ci racconta la gente del posto, qui è un vero spettacolo. I graniti riflettono la luce rosata e la sera diventa magica. Ci vuole una sosta e un baretto in posizione panoramica sulla valle “lunare” è la risposta più ovvia: un bicchiere di fresco vermentino bianco, pane carasau profumato da qualche granello di bottarga, salame e formaggi stagionati danno la carica per ripartire in direzione della costa.

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I banditi di Aggius

Sardegna I volti dei fuorilegge con le cartelle anagrafiche
I volti dei fuorilegge con le cartelle anagrafiche

Il volto forse più curioso del borgo di Aggius è quello noir. Dalla metà del Cinquecento, nel periodo del Regno spagnolo fino alla dominazione sabauda nella metà dell’Ottocento, il paesino e il territorio circostante sono stati infatti il centro più vitale (anche se l’aggettivo non è poi così tanto appropriato in questo contesto) del banditismo gallurese. Un fenomeno causato perlopiù da condizioni sociali avverse ma anche da motivi personali. Uno sgarro, come una mancata promessa di matrimonio poteva arrivare a ledere l’onore di una famiglia intera generando interminabili faide sanguinose e truculente. Omicidi e agguati erano all’ordine del giorno ad Aggius e dintorni a opera di facinorosi, banditi, contrabbandieri e abigeatari, i ladri di bestiame. Nulla a che vedere con la “mafia”, ci tiene a spiegare la nostra guida, in Sardegna si agiva a livello individuale senza sottostare all’autorità di famiglie potenti. Nel 1726 un rapporto molto dettagliato delle autorità locali attribuì ad Aggius il ruolo di paese centrale nel traffico clandestino di cereali. Uno spaccato storico e ben documentato di queste cronache è presentato all’interno del Museo del Banditismo, allestito nel palazzo della vecchia Pretura. Armi, foto segnaletiche, verbali delle autorità, pesanti manette e il racconto delle dure pene e delle atroci torture subite dai fuorilegge accompagnano il visitatore in un percorso curioso, fino alla teca dedicata a uno dei banditi più noti della zona, Sebastiano Tansu, “il Muto di Gallura” che ispirò l’omonimo romanzo dello scrittore sassarese Enrico Costa (1841-1909).

Isola Rossa, tramonti infuocati

Sardegna Tramonto dalla terrazza dell'hotel Torreruja
Tramonto dalla terrazza dell’hotel Torreruja, con la torre aragonese

La base del nostro tour è nella località di Isola Rossa, un paesino di pescatori con i loro gozzi in legno ormeggiati nel porticciolo. Una massiccia torre aragonese fa capolino sulle rocce di granito rosso e anch’esse sembrano create per risplendere e riverberare al tramonto. Qui si ammira uno dei più bei tramonti dell’isola con il sole infuocato d’arancio che termina la sua traiettoria tuffandosi nel mare di cobalto. Torreruja [Torre rossa] è il nome dell’Hotel Relax Thalasso & Spa, 4 stelle del Gruppo Delphina che ci accoglie sulla terrazza per un aperitivo tipicamente mediterraneo a base di stuzzichini di quel mare meraviglioso che ci si apre allo sguardo. La frizzante brezza marina di giugno porta lontano i pensieri, le tensioni metropolitane e non vedo l’ora di salpare verso l’arcipelago della Maddalena…
Seconda parte: Arcipelago della Maddalena benessere mediterraneo

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