Sabato 20 Aprile 2024 - Anno XXII

Illegio racconta l’amore di coppia con la mostra Amanti

Amanti Illegio

La mostra internazionale di Illegio è giunta alla 14ª edizione. “Amanti. Passioni umane e divine” resterà aperta al pubblico fino al 8 ottobre. 42 opere d’arte ispirate dai cicli narrativi su cui è fondata la civiltà occidentale: mitologia classica, Sacra Scrittura, vite dei santi, letteratura cavalleresca e romantica, teatro.

Amanti Illegio-Rubio
Louis Rubio, Paolo e Francesca, 1831-1833, olio su tela, Collezione privata, Londra

Illegio è un borgo alpino di 360 abitanti in Carnia, vicino a Tolmezzo, in Friuli Venezia Giulia. Si trova in una conca circondata da una corona di monti a 700 metri d’altitudine. Negli ultimi anni il paese, nel quale si intrecciano arte, storia, tradizione, archeologia, spiritualità, natura, sapori e profumi, ha fatto un  piccolo miracolo con la mostra Amanti. Passioni umane e divine con la partecipazione e il protagonismo dei suoi abitanti. Da periferia di montagna, dove termina la strada che vi sale, si è trasformato in una splendida meta di bellezza e in un caso interessante di impresa culturale e di proposta spirituale e turistica.

Amanti. Passioni umane e divine
Amanti Illegio-Pagliarini-Giovanni
Giovanni Pagliarini, Imelda de’ Lambertazzi e Bonifacio, 1835, olio su tela, ‪Civico Museo Revoltella‬, Galleria d’arte moderna, Trieste

La mostra proposta quest’anno ha per tema l’amore di coppia: Amanti. Passioni umane e divine. L’amore di coppia è il file rouge dell’intero percorso espositivo che attraverso opere emozionanti e colpi di scena farà rivivere al visitatore le storie più incantevoli e struggenti, rivelando in cosa consiste realmente l’amore e quale sia il suo destino. I visitatori potranno ammirare quarantadue opere, tra cui alcuni prestigiosi capolavori, provenienti dall’Italia e dall’estero (Austria, Croazia, Svizzera, Ungheria, Regno Unito), da importanti musei pubblici e da collezioni private, attraverso un percorso suggestivo e raffinato per la rarità di alcune iconografie e per l’attualità dei temi.
Le opere, scelte in un arco temporale di sette secoli (l’opera più antica, Storie di Santa Caterina d’Alessandria del Maestro della strage degli Innocenti di Mezzarata, risale al 1320 circa; la più recente, Amanti di Gyula Benczúr, è datata 1919), ricondurranno a cinque fonti principali – la mitologia classica, la Sacra Scrittura, le vite dei santi, la letteratura cavalleresca e romantica, il teatro – e immergeranno il visitatore in una profonda meditazione sull’amore, nel suo rapporto tra materia e spirito, tra gioia e tormento, tra la vita e la morte.

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Opere esposte
Amanti Illegio-Canova-Amore-e-Psyche-stanti
Antonio Canova, Amore e Psiche stanti, 1810, gesso, Collezione privata, Montebelluna

Percorrendo le dieci sale della mostra l’occhio del visitatore viene attratto dalle forme delle sculture in gesso di Antonio Canova, Amore e Psiche stanti e Endimione dormiente, insieme al suo dipinto Cefalo e Procri; l’idillio dell’amore si respira davanti ai Giovani innamorati nel giardino di Ernst Klimt, fratello del celebre Gustav, proveniente dal Belvedere di Vienna, così come al cospetto della nudità di Venere dormiente, di Luca Giordano, dal Museo Nazionale di Capodimonte. La rottura dell’idillio incantato e l’irruzione tragica della morte che separa gli amanti “prende alla gola” contemplando lo struggente commiato dei due amanti di Giovanni Pagliarini, Imelda de’ Lambertazzi e Bonifacio, che con il loro ultimo bacio suggellano un amore eterno, ma anche di fronte alla tragedia senza tempo di Romeo e Giulietta, ricordata tra l’altro da un’opera di Ferdinand II Piloty che giunge a Illegio dalla Royal Shakespeare Company di Stratford-upon-Avon, luogo natale dell’intramontabile William Shakespeare.

Amanti Illegio-Da-Ponte-Leandro-Bassano
Leandro Da Ponte detto Bassano, Morte di Lucrezia, 1600-1620, olio su tela, Museo Nazionale Gallerie dell’Accademia di Venezia

La finzione seducente di un amore solo sensuale sorprende lo sguardo e intriga l’anima ammirando la seicentesca Salomè di Simon Vouet o la novecentesca Salomè danzante di Ivan Tišov. Per contro, la figura appassionata e casta di Lucrezia viene riproposta da un sublime Leandro Bassano.
La prospettiva sulla redenzione dell’amore umano e sull’Amante divino, che si presenta come corteggiatore a domandare la mano dell’anima che intende congiungere a sé, rifulge nei preziosi ori, ad esempio nella tavola di Jacopo di Mino del Pellicciaio, Il matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria.
La mostra curata da don Alessio Geretti, è organizzata dal Comitato di San Floriano. Partner istituzionali per questo evento sono il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Promoturismo FVG, la Fondazione Friuli e il Comune di Tolmezzo.

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