Venerdì 29 Marzo 2024 - Anno XXII

Viaggio letterario dalla dolce vita alla grande bellezza

Grande bellezza Roma Casa di Jep Gambardella in Piazza del Colosseo

Il libro di Christina Höfferer Viaggio Letterario a Roma, pubblicato da Albeggi Edizioni è un tributo alla Citta Eterna di una straniera che ama il Belpaese. L’autrice si rivolge ai turisti colti e sofisticati e ai tanti romani che molto hanno ancora da scoprire della propria città. Roma non la si conosce mai fino in fondo.

Grande bellezza Viaggio letterario a Roma
VIAGGIO LETTERARIO A ROMA Dalla dolce vita alla grande bellezza, di Christina Höfferer, Albeggi Edizioni, pagine 128, € 15,00.

Viaggio Letterario a Roma, sottotitolo: Dalla dolce vita alla grande bellezza è una passeggiata tra le vie e i luoghi magici di Roma. L’autrice Christina Höfferer, svolgendo il suo lavoro di giornalista attenta e curiosa, ha raccolto testimonianze letterarie e cinematografiche, ponendo attenzione alle personalità della cultura che Roma ha ospitato. Nella sua ricerca ci fa riscoprire luoghi che vanno oltre quelli resi immortali dalla Storia. Il lettore ripercorrerà i passi di Federico Fellini a Cinecittà e quelli di Pier Paolo Pasolini nel paesaggio urbano delle borgate e del Pigneto. Visiterà le case della scrittrice austriaca Ingeborg Bachmann osservandola durante la sua stesura del famosissimo Malina e quella di John Keats durante gli anni romani della povertà e della malattia. Camminerà con la fantasia lungo gli ottantacinque chilometri di scaffali dell’Archivio Segreto del Vaticano, girerà in Vespa o in Bici alla ricerca degli scorci che hanno reso indimenticabili tanti film noti al mondo intero e si affaccerà chiudendo gli occhi dalle terrazze romane tanto care a Sorrentino.
Per darvi un saggio del libro di Christina Höfferer, propongo ai lettori di Mondointasca la lettura del capitolo sulla grande bellezza.

La Grande Bellezza. Due terrazze con vista sulla Roma antica

Grande bellezza Roma veduta dal terrazzo casa Scelsi
Veduta di Roma dal terrazzo casa Scelsi

Non c’è luogo più affascinante per vivere a Roma di un appartamento con terrazzo con vista sui reperti decadenti e romantici dell’antichità. Una simile terrazza non la si ottiene neanche lavorando tutta una vita, con una terrazza di questo genere bisogna esserci nati, si dice a Roma. Vogliamo parlare ora di due uomini che dispongono di questo simbolo di assoluto prestigio nella Città Eterna. Uno dei due fortunati, l’eccentrico musicista Giacinto Scelsi, ha realmente vissuto in un appartamento di questo tipo, mentre il secondo uomo con terrazza con vista sul Colosseo è un personaggio immaginario, il giornalista Jep Gambardella.

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Grande bellezza Casa di Jep Gambardella
Toni Servillo nei panni di Jep Gambardella

Jep Gambardella è una sorta di Parsifal che vaga per Roma, sempre in cerca di una forma di redenzione, senza però sapere esattamente dove e come cercarla. Il regista Paolo Sorrentino guida l’affascinante e grottesco Jep, esempio di uomo curato di tutto punto dalla testa ai piedi, nel suo tour dissoluto di Roma, ne La grande bellezza, film che ha conquistato l’Oscar e in cui Roma si presenta ancora una volta nel ruolo di protagonista, Jep penetra in profondità nei segreti della città, entra nei palazzi esuberanti che sono solitamente inaccessibili al pubblico. In questo modo Paolo Sorrentino rapisce gli spettatori in un viaggio dietro le quinte di Roma. Egli mostra lo splendore della capitale italiana e la sua decadenza, due aspetti della città strettamente legati tra loro. Jep Gambardella dispone di una magnifica terrazza ed ignora a lungo che il suo vicino di casa è un mafioso. La terrazza di Jep, interpretato nel film da un magistrale Toni ServiIlo, offre una splendida vista sul Colosseo, circondato da pini scuri. La posizione precisa è sulla punta settentrionale del quartiere Celio. Il protagonista de La grande bellezza percepisce le magnifiche rovine di Roma con la permeabilità del flâneur, per il cui piacere la città si offre.

Grande bellezzaPaolo Sorrentino, che vive in piazza Vittorio Emanuele, un luogo centrale ma non esclusivo come quello del suo film, vuole mostrare la compostezza del suo protagonista di fronte a Roma, in netto contrasto con lo stupore percepito dallo spettatore cineasta. Un aspetto originale ed interessante della “terrazza Gambardella” nelle registrazioni del film è rappresentato dalla vista lato sud del Colosseo che mostra una parte sconosciuta del famoso anfiteatro, in cui sono esposte le evidenti ferite lasciate dal sovrasfruttamento del monumento, i vari passaggi e i diversi interventi che sono stati operati nel corso dei secoli. Il Colosseo è stato utilizzato come cava per vari progetti urbani. La vista dalla terrazza di Gambardella non solo chiarisce questo aspetto, ma mostra soprattutto quell’anello di mura più esterno del Colosseo che è crollato durante i due terribili terremoti, nel 1634 e 1703. Paolo Sorrentino ne La grande bellezza non fa del Colosseo un monumento bello e glorioso come invece la storia narra, ma lo illustra come un edificio decadente, piccolo e indifeso. Un’interpretazione più sensibile del tessuto urbano di Roma sembra davvero difficile da trovare.

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Grande bellezza Roma Casa museo Scelsi
Roma terrazzo della casa museo Scelsi

Il secondo “uomo delle terrazze” invece ha utilizzato i fatiscenti ed antichi edifici della capitale come luoghi prescelti di scenari di vita, musica e yoga. Dal J960, Giacinto Scelsi ha vissuto in un appartamento in via di San Teodoro, in prima fila davanti al Palatino, il colle dell’Impero Romano. Qui Scelsi ha composto, improvvisato e registrato su nastro varie opere, e se il suono prodotto era di suo gradimento, consegnava i nastri a musicisti di sua fiducia. Questi poi provvedevano alla scrittura della partitura per lui, la quale era poi seguita da un’accurata revisione da parte del musicista stesso. Giacinto Scelsi suonava ossessivamente una singola nota, la genesi minimalista della sua musica risiede nella sua gioventù solitaria: in quanto erede di castello è cresciuto tra lezioni private e precettori. La prima metà della sua vita è trascorsa come fiore all’occhiello del jet set internazionale impegnato com’era in varie e sontuose feste. Si è poi sposato, separato e successivamente una drammatica malattia ha fatto da spartiacque tra la dissolutezza della gioventù e i principi su cui si è poi fondato il suo cammino spirituale, del quale oggi ci si può fare un’idea in modo inequivocabile nel Museo Scelsi. Qui la terrazza assume un ruolo stimolante, non è solo un accessorio puramente decorativo come nel caso di Jep Gambardella, che dopo il grande successo ottenuto dalla pubblicazione di un primo romanzo, nonostante i molti sforzi ha cercato invano di far emergere il suo ruolo di scrittore subalterno attraverso la produzione di un secondo romanzo. La terrazza Scelsi invece è un luogo suggestivo e di forte potenza visiva evocata dal colore rosso dei mattoni dell’antico Palatino.
È un luogo di serenità dove la creatività e la vitalità si manifestano in maniera evidente. Sotto la magnifica terrazza si trova la semplice alcova con il letto di Scelsi. Nel cuore di Roma, Giacinto Scelsi pratica alcune forme di cultura tipiche di terre lontane, come lo yoga e la meditazione. Tutto ciò che attira l’attenzione della mente verso il mondo interiore gli sembrava giusto e avvincente. Nel Museo Scelsi sono esibiti disegni di posizioni yoga eseguite dal compositore. Barbara Boido è la curatrice del museo, e mostra l’ultima immagine dell’artista, che è morto nel 1988 a ottantatré anni, da vivo: «Ecco, qui possiamo vedere Giacinto Scelsi a trentanove anni, durante un concerto. Dopo questa foto non volle più un’ altra immagine di sé» .

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