Venerdì 19 Aprile 2024 - Anno XXII

Bit 2016 molto personale: Romagna, Argentina, Grecia

Romagna Stand Bit

La Bit, Borsa Internazionale del Turismo si è conclusa. I criteri per valutare una kermesse para turistica come la Bit milanese. Il nostro commento su tre stand: Emilia Romagna, Salta in Argentina e il Monte Athos in Grecia

romagna tagliatelle
Tagliatelle alla bolognese

Stand Romagna Emilia. Che poi, quantomeno per il mio immaginario personale, chiamerei più appropriatamente (e americaneggiando, se non la metti sullo yankee nel business dell’advertising non provarci nemmeno) lo “Standolcini” laddove per “Stand” intendo la zona ristorantesca, dove si pappa (ohèi, “lo dice” anche uno spot tivù, che se il Belpaese fosse una casa, la suesposta e da me assai amata regione sarebbe una cucina). E dalla Lina & dal Vanni (appunto Dolcini) -nel senso di Bit tra le 12 e le 15 citofonare Romagna-Emilia- i “Furzèin i lavurèn” (cantava –lacrimuccia- il grande Dino Sarti, nei Biassanot) ma anche i bicchieri non è che stiano fermi sul tavolo (e ogni volta che regalo al palato un sorso di Sanzvès penso a quei toscani che l’han rubato alla Romagna-Emilia per chiamarlo Chianti). Ma tiremm innanz (non senza confermare ai Dolcini un mio imminente sangiovesano blitz predappiese a riabbracciare loro e salutare il simpatico sindaco).

Tango argentino
Tango argentino

Salta, Argentina. Non abbiano vergogna l’ancorché informato cronista di turismo né il grande viaggiatore ad ammettere che ‘sto posto norteño non lo conoscono proprio (è ignoto financo allo scrivente nonostante varie trasferte a Bue & dintorni, non solo per contarla su con l’amico Luìs Zanone ma anche per vedere il resto dell’Argentina). Il cocktail di presentazione di Salta è stato davvero bello, anche perché oltre a eccellenti vini (ça va sans dire di Mendoza, Cabernet & Malbec in primis) si sono pappate (chiara origine gallega – galiziana, nordovest de mì querida España) magnifiche “empanadas”, il tutto in un delizioso contorno di (gran) belle gnocche, anzi magnifiche (non meno che eleganti) sciure della Argentina Bene di Milano & Roma (da cui il giustificato compiacimento di Claudio Neri, gran capo AR, nel charlar con tanta venustà mentre venivano officiati Tango e Danza). Tutto quanto sopra in un hotel, il Magna Pars, ovviamente a me sconosciuto (e ce credo: trattasi di un 5 stelle per di più esclusivo ed elegante …).

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Monte Athos Grecia
Monte Athos, Grecia

Monte Athos, Grecia. O per meglio dire il suo territorio. Eh sì, perché a prima vista, anzi alla lettura dell’invito, mi era parso un filino strano che si presentasse (oltretutto in versione gastronomico- culinaria) un insieme di monasteri (per questo il Monte Athos è noto) laddove i monaci non pensano certo alle leccornie (e come se non bastasse, a causa della voluta e imposta assenze del gentil sesso opposto, si sono pure fatti una fama mica tanto divertente, almeno per lo scrivente). No, in un efficiente quanto moderno Laboratorio di Cucina di via Adige è stata presentata & ammannita (da cuoche da là venute la Cucina del Territorio del Monte Athos) la cui capitale Ouranopolis era oltretutto a me nota e visitata (detto molto immodestamente, sono tra quei pochi che per Grecia non intendono solo Mykonos e il Partenone, isole comprese). Una cena davvero nuova (anzi N maiuscola se si parla di qualcosa di diverso) e quindi un Efkaristò – Grazie alle brave cuoche (nonché alle tante addette all’ellenico turismo milanese, e vada loro un casto S’Agapò).
Ma anche una bonaria quanto serena richiesta: la prossima volta (sempre che fossi degno di ulteriori inviti) p.f. chissà che spunti un mezzo litro di vino (fosse anche Retsinato, niente in contrario): perché bere à gogò il Tzipùro (acquavite distillata laddove in Grecia pensò Aristotele) diluito nel peraltro a me gradito ma già alclolico Oùzo (tanto tempo fa inciucai un intero paese delle Cicladi facendo recitare, e bere, ai curiosi isolani: “Uso obbedir tacendo, e tacendo morir…”), beh, l’auto per tornare a casa, chi la guida? I monaci del Monte Athos?

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