Sabato 20 Aprile 2024 - Anno XXII

Il Gran Moghul. Storia di un amore eterno e di diamanti

Gran Moghul Taj Mahal Agra

Il Gran Moghul è il primo di una serie di romanzi di Alex Decorner nuova e promettente penna della narrativa d’avventura e di viaggio. Il volume fa parte della collana “Infiniti modi di viaggiare” di Albeggi edizioni

Gran Moghul Taj Mahal Agra
Il Taj Mahal, Agra India settentrionale, monumento all’amore eterno

Tolta la polvere, apparve un legno particolarmente chiaro e levigato con cura. L’oggetto misterioso si stava rivelando un bauletto dalle forme inusitate, lungo e piatto, particolarmente elaborala nella ferramenta, che aveva un disegno orientale mai visto nella carpenteria europea. Le serrature erano a gancio e a scatto e non c’erano buchi in vista per inserire una chiave. Il veneziano tentò di aprire il primo gancio, ma non ci riuscì. Provò con il secondo e il terzo, ma ottenne di spostarlo solo di qualche millimetro, per cui decise di passare alle maniere forti e, impugnato lo scalpello, vibrò una serie di colpi alle serrature danneggiandole parecchio ma riuscendo nello scopo, perché alla fine il coperchio si liberò.

Emozionato, Nicolò lo sollevò lentamente, ponendo fine a quella lunga attesa. Ora il contenuto si trovava davanti ai suoi occhi e poteva dare le risposte alla sua curiosità. A prima vista non sembravano esserci tesori di sorta. Cominciò a levare a uno ad uno gli oggetti che reperiva: un cappello dalla forma strana ma di stile occidentale; un turbante molto elaborato di colore rosso con una spilla su cui era incastonata una grossa e sporca pietra verde; un bastone di legno nero con un pomo, forse di onice sfaccettato; degli strani utensili con delle lame metalliche; dei pezzi di bastone di una decina di centimetri con dei cristalli di varie dimensioni, fissati con del mastice ceroso ai vertici; un abito di foggia orientale con degli alamari dorati sul petto ed elaborati ricami sul davanti e sulle maniche. Solto l’abito c’erano delle scarpine a punta ricamate con delle perline e una spada infilata in un fodero leggermente ricurvo, realizzato in cuoio finemente lavorato con degli intarsi dorati così come l’elsa. Poi c’erano due pacchetti contenenti dei libretti rilegati in cuoio, contenuti in due sacchetti di seta pesante sigillati con cura. Nient’altro. Non oro o gioielli, solo cose personali dall’apparenza fin troppo banale. Dopo l’entusiasmo iniziale, la delusione del giovane era profonda e pesante. Inutile negarlo, aveva sperato e sognato chissà che meraviglie e invece niente, a meno che il mistero di quel nascondiglio non fosse in quei libretti custoditi con tanta cura.

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Gran Moghul Venezia ponte sospiriNicolò rimise tutto nella cassetta e, tenendola con cura tra le mani, scese al piano di sotto dov’era la sua camera e dove c’era luce sufficiente per vedere meglio quanto aveva trovato. Posò quella specie di lungo cofanetto sul pavimento e cominciò una disanima più attenta del contenuto.
Già il legno si rivelò particolare, perché era un fantastico “Bois de Rose”, color rosa pallido ed estremamente raro, mentre la ferramenta era in argento massiccio, anche se ora ossidato e rovinato dallo scalpello. Ripulì alla meglio la spada che, estratta dal fodero, si rivelò ancora molto ben conservata e così affilata da far capire di essere stata forgiata in un ottimo acciaio, ma la sorpresa fu che l’elsa e l’impugnatura erano d’oro massiccio. Ancora più sorprendente fu il turbante, perché la spilla che lo decorava era anch’essa sicuramente d’oro e la pietra verde era verosimilmente un grosso e splendido smeraldo dal colore intenso e dalla grande limpidezza.

Gran Moghul Taj Mahal interno
Veduta interna del Taj Mahal

Il suo occhio di orefice già abbastanza esperto gli diceva che quella pietra pesava sicuramente oltre i dieci carati, il che significava già una piccola fortuna. Data la sua professione, restò colpito anche dagli altri oggetti rinvenuti. Lame di bronzo, martelletti di legno, quegli strani fusi di legno che portavano ai vertici quei cristalli trasparenti, gli fecero squillare un campanello nel cervello, qualcosa legato al suo mestiere. Nei cassetti della memoria doveva esserci qualcosa che gli era stato raccontato, durante il suo tirocinio di artigiano orafo, nella bottega di quel parente che l’aveva avviato all’ attività quand’era un ragazzo. Ebbe pertanto il sospetto che quelli non fossero dei semplici quarzi, ma dei diamanti grezzi, che lui però non conosceva non avendone mai visti. Se ciò fosse stato vero anche lì ci poteva essere un certo valore, dopo averli fatti opportunamente tagliare in forme convenzionali e commerciali.
La delusione l’aveva abbandonato lasciando il posto a una crescente euforia. Chissà che scoperte avrebbe fatto in quei vecchi libretti! Dette prima un’occhiata attenta all’abito e alle scarpe che, pur se molto polverosi, erano molto eleganti e parlavano decisamente di India e di Oriente. AI bastone riservò un’occhiata abbastanza distratta perché si trattava sicuramente di legno d’ebano e di un onice nero. Ammesso che fosse una pietra naturale, non possedeva certo un grosso valore, anche se era grande come una piccola mela. A quel punto gli rimanevano i libriccini. Decise di cominciare a leggere il primo della serie, supponendo che fossero disposti in un ordine preciso dall’alto verso il basso. Sciolse il nastro ancora resistente del primo volumetto scoprendo che si trattava di un diario.
Era scritto in un veneziano arcaico e la grafia era molto curata e facilmente leggibile.

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Autore

Alex Decorner è uno pseudonimo. L’autore che preferisce non usare il suo nome è una promettente penna della narrativa d’avventura e di viaggio.

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