Sabato 20 Aprile 2024 - Anno XXII

Metà dei Parchi nazionali allo sbando

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Denuncia degli ambientalisti sulla situazione in cui versano 12 dei 24 parchi nazionali. Nell’appello al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, chiedono che venga ripristinata la governance e la piena funzionalità degli enti parco per poter garantire le necessarie azioni a tutela della biodiversità

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Parco Nazionale del Vesuvio

Nove associazioni ambientaliste si rivolgono al Ministero dell’Ambiente per denunciare il grave stato in cui versano i parchi nazionali a causa di un deficit di governance. In una lettera inviata al ministro Gian Luca Galletti chiedendo espressamente che venga garantita la piena funzionalità degli enti parco e gli obiettivi comuni per lo svolgimento armonico e coordinato su tutto il territorio nazionale delle azioni a tutela della biodiversità.
Gli ambientalisti denunciano che metà dei parchi nazionali (12 su 24) è in condizione precaria e chiedono un intervento deciso nei tre parchi più esposti del Mezzogiorno: Vesuvio, Cilento e Sila, che costituiscono un presidio di legalità sul territorio.  A questi tre si aggiungono nove parchi nazionali che non sono a regime (tre sono senza presidenti, sei senza consigli direttivi, cinque senza direttori), mentre per il parco storico dello Stelvio (istituito 80 anni fa) oggi viene conteso tra le Province autonome di Trento e Bolzano e la Regione Lombardia.
La denuncia delle associazioni è molto circoscritta e dettagliata sulle inefficienza e sui rischi.

Le richieste delle Associazioni al Ministero dell’Ambiente

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Parco Nazionale del Cilento

Nell’appello al Ministero dell’Ambiente, le associazioni ambientaliste (Club Alpino Italiano, Cts, Italia Nostra, Pro Natura, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, Touring Club Italiano, WWF) chiedo tre cose:
1. mettere tutti gli Enti parco nelle condizioni di poter operare a pieno campo sulla base degli strumenti di pianificazione e di programmazione che hanno a disposizione in un rapporto proficuo con il territorio e la cittadinanza;
2. procedere alla nomine dei presidenti nominando figure di alto profilo che soddisfino il criterio della competenza e vengano al più presto sanate le situazioni di affidamento a direttori “facenti funzione”, senza i titoli stabiliti dalla legge;
3. indicare obiettivi omogenei di tutela della biodiversità validi per i parchi nazionali su tutto il territorio, come già previsto peraltro nelle due Circolari Ministeriali del 28 dicembre 2012 e 21 ottobre 2013, in attuazione della Strategia Nazionale della Biodiversità, e che siano promosse azioni nazionali strategiche afferenti tra l’altro, ad esempio, alla Convenzione Europea del Paesaggio e alla Carta Europea Turismo Sostenibile.

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