Venerdì 29 Marzo 2024 - Anno XXII

Ridurre i rischi di incidenti in montagna è possibile

Gli incidenti e a volte le tragedie in montagna sono spesso causate da imprudenza, scarsa preparazione fisica, disattenzione e superficialità. C’è chi sostiene che norme più rigide e l’addebito dei costi del soccorso alpino possono ridurre di molto i rischi. Ne è convinto Paolo De Luca, maestro di sci, intervistato da Mondointasca

Alpinisti impegnati in un'arrampicata
Alpinisti impegnati in un’arrampicata

Escursionisti, sciatori, arrampicatori, semplici amanti dei panorami, la montagna continua ad attrarre persone di tutte le età lungo tutto l’arco dell’anno. Al piacere di vivere una vacanza sulla neve, in arrampicata o in una semplice passeggiata in alta quota per ammirare i paesaggi spettacolari, occorre tenere comportamenti adeguati. Spesso, però, disattenzione, superficialità, scarsa preparazione e  imprudenza sono le cause di incidenti e tragedie. I fatti di cronaca degli ultimi mesi sono eloquenti e fanno dire che è un fenomeno in crescita. Ma come bisogna  comportarsi e quali precauzioni adottare per evitare incidenti in montagna? Lo abbiamo chiesto a Paolo De Luca, Maestro di sci e Accompagnatore di media montagna, che vive alle pendici del Gran Sasso. La prima cosa da fare, valida per qualsiasi attività che si scegli di fare in montagna, è “consultare il bollettino meteo, tenendo conto che in montagna le condizioni del tempo possono cambiare in pochi minuti, come accade sulla catena montuosa del Gran Sasso d’Italia per la vicinanza ai due mari, e i percorsi in base alla propria preparazione fisica”.

Paolo De Luca, Maestro di sci e Accompagnatore di media montagna
Paolo De Luca, Maestro di sci e Accompagnatore di media montagna

Paolo quali altri consigli riguardo l’attrezzatura?
Nello zaino non deve mai mancare l’occorrente per le situazioni di emergenza: telo termico, lampada frontale, Kit di primo soccorso, telefonino cellulare – Gps, pala, sonda, Artva (apparecchio di ricerca dei  travolti in valanga).

Per i più indisciplinati e imprudenti?
Da più fronti si invoca una legge in grado di arginare l’impennata di incidenti in montagna. A oggi non esiste una normativa specifica per la sicurezza dello sciatore-alpinista, dell’alpinista, dell’escursionista e più precisamente per gli sport di avventura. Si potrebbe modificare la Legge 363/2003 sulle norme di sicurezza e di prevenzione infortuni per lo sci di discesa e fondo estendendola anche allo sci alpinismo, all’escursionismo, all’alpinismo. Così come nell’attuale Legge si stabiliscono precise regole sulle piste da sci, anche nel caso di escursioni e arrampicate in montagna è necessario fissare regole più stringenti.

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Quale potrebbe essere un deterrente  per  limitare,  se non cancellare, le imprudenze  in montagna?
Bisognerebbe far pagare per intero al cittadino le operazioni di salvataggio. Il Soccorso Alpino, sempre molto efficiente, mette a disposizione mezzi e uomini che rischiano la vita oltre ai costi: un minuto di volo di un elicottero medicalizzato può costare fino a 200 euro. In Austria e in Slovenia il costo del soccorso è a totale carico del cittadino in emergenza.

Ritiene che far pagare le spese possa scoraggiare gli imprudenti?
Certamente sì. La mia non è una voce isolata: a favore della proposta si sono recentemente schierati diversi esperti del settore come Lara Magoni (ex sciatrice alpina, ex dirigente FISI, Consigliere della Regione Lombardia), Danilo Barbisotti (Presidente CNSAS Lombardia – Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico), Reinhold Messner, Giampiero Di Federico, Pasquale Iannetti, i vertici del CAI, il Touring Club Italiano. Tutti concordano sul deterrente di tipo economico quale strumento per disincentivare i comportamenti negligenti e sull’importanza di diffondere la cultura della prevenzione del rischio.

Soccorso alpino
Soccorso alpino

Chi dovrebbe certificare la sussistenza dei requisiti a giustificare gli interventi di soccorso alpino?
I reparti  specializzati del Corpo Forestale dello Stato, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Vigili del  Fuoco, Esercito (Alpini) hanno la preparazione giuridico – operativa per ricostruire esattamente qualsiasi evento legato a infortuni ad alta quota.

In Italia ci sono regioni dove il soccorso alpino si paga?
In Trentino Alto Adige, Val d’Aosta e Veneto, regioni ad alta vocazione montanara,  è stata tolta la gratuità completa degli interventi, facendo  pagare al cittadino in emergenza un ticket per ogni chiamata invece dell’intero salvataggio. Una misura che ha fatto registrare una effettiva diminuzione delle richieste di intervento.

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Ma quanto può costare un intervento?
In Trentino Alto Adige il ticket è di 30,00 euro per il ferito grave (con ricovero ospedaliero), di 110,00 euro  per il ferito lieve e ticket  di 750,00 euro per persona illesa. In Valle d’Aosta è gratuito in caso di emergenza sanitaria; ticket di  800,00 euro per intervento inappropriato a mezzo elicottero, e ticket di 100,00 euro + 74,80 euro/min (costo al minuto di volo con aeromobile AB412 o 137,00 con aeromobile AW139)  per chiamate immotivate (rilevate dall’equipaggio intervenuto). In Veneto, invece, 25,00 euro/minuto fino a  un massimo di 500,00 euro per il ferito grave (con ricovero ospedaliero o accertamenti in Pronto Soccorso); mentre, 90,00  euro/minuto fino a un  massimo di 7.500,00 euro per ferito lieve o persona illesa.

Le è mai capitato di assistere a scene curiose di persone in difficoltà?
Capita spesso. Ne racconto una che merita di essere ricordata. Era una bella giornata di sole e mi trovavo con un amico medico sulla cresta Ovest che dalla cima più elevata del massiccio montuoso del Gran Sasso d’Italia, la vetta occidentale del Corno Grande (2912 m s.l.m.) che scende alla Sella del Brecciaio (2506 m s.l.m.) quando, in un punto molto esposto e difficile, abbiamo incontrato una coppia. Lei in evidente difficoltà, con una decadenza fisica significativa piangeva e per la paura non voleva più andare avanti né  tornare indietro. Ci siamo fermati per prestare aiuto. Il signore che era con lei ci disse: “Grazie, non abbiamo bisogno di nulla; tra poco, se la mia compagna non riprende a salire, chiamerò l’elicottero per farla venire a prendere e farla portare al piazzale dove abbiamo l’auto parcheggiata. Tanto è tutto gratis… così approfittiamo per fare un bel giro e vedere il Gran Sasso dall’alto”.
Questo episodio dimostra non solo la scarsa preparazione di qualcuno che si avventura in montagna, ma anche il poco valore etico nel considerare il lavoro del Soccorso Alpino e la spesa che ricade comunque su tutta la comunità.

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