Giovedì 28 Marzo 2024 - Anno XXII

Croazia: le bellezze di Abbazia

Si conclude con questo quarto servizio la gita premio in Croazia sulle tracce di Marko Polo. Rivisitata Zagabria, la slavo-asburgica capitale croata, è la volta delle bellezze di Abbazia. Piccola cittadina della storia interessante ricca di cultura e dalla secolare vocazione turistica.

Zagabria, centro
Zagabria, centro

Comincia da Zagabria il ritorno a Milano della strana gita dicembrina motivata, come già precisato, dalla necessità di una mia apparizione nella capitale della Croazia a ricevere un premio (si fa per dire) turistico/letterario conferitomi dalla Fijet (gli scrittori turistici) di quel Paese. Devo pertanto prevedere altri 700 (poco meno) kilometri di strada per la mia balda C3, più di quelli previsti nel percorso diretto Zagabria/Milano, via la slovena Lubiana, per il motivo che la sullodata associazione di scribi ha sibariticamente contemplato un prosieguo dei festeggiamenti in riva all’Adriatico.

Da Zagabria a Opatija sulle sponde dell’Adriatico

Opatija, vista panoramica
Opatija, vista panoramica

Per la cronaca, in quel golfo del Quarnaro/Kvarner che gli aficionados alla storia nostrana ricorderanno citatissimo nella prosa dannunziana, durante quell’inverosimile (e ho già suggerito divertenti letture in merito) Grand Guignol, o se si preferisce rebelòt, che fu l’”Impresa di Fiume”. Eccomi pertanto (180 km da Zagabria e poco meno di 500 a Milano) ad Abbazia, in croato Opatija, appunto adiacente a Fiume/Rijeka, lieto di approfondire la conoscenza di un posto che – quanto a origini, cultura e tradizioni – non può che piacermi. Vado infatti a visitare un posto in riva a un mare a me caro, l’Adriatico, e una località che per più di sei secoli ha assistito (almeno fino al secondo dopoguerra) a una civile coabitazione tra slavi, austroungarici e italiani (laddove mi riferisco alla da me mai troppo ammirata Serenissima repubblica di Venezia).

Abbazia, piccola perla del Quarnaro ricca di cultura

Opatija
Opatija

Ma vengo al dunque, volendo affrettarmi a lodare una bella (non meno che elegante e soprattutto assai ben curata, sia per la grafica che per la accurata redazione in quattro lingue) pubblicazione (mia musa ispiratrice delle righe che seguono) voluta dal Comune di Opatija per festeggiare i 170 anni di “vita turistica” della località. E prima di dimenticarmi o perdermi nella descrizione di questa (e vabbè, un filino di aulica prosa turistica non guasta mai) “Perla del Quarnaro”, mi affretto far notare la ricchezza di cultura contenuta nella seguente presentazione del volumetto donatomi: “Così come l’ospite si sente grato nei confronti del padrone di casa, piacevole e disponibile, così un intelligente padrone di casa sa bene che l’ospite rappresenta il suo tesoro più grande e che l’arrivo degli ospiti è il complimento maggiore che possa ottenere”. Tanta distinzione (chapeau!) nell’introdurre il passato mondano (beninteso nel senso più valido) di Opatija (Istria nordorientale, 12.000 abitanti) ti autorizzano a pensare che stai per conoscere uno dei non numerosi esempi del Gotha turistico mondiale (gli spagnoli direbbero un posto che tiene casta).

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