Lunedì 29 Aprile 2024 - Anno XXII

Raqs el Saif, la danza che dona la libertà

Negli harem dei sultani, prigioni dorate abitate da indicibili bellezze, le donne riaffermavano la loro libertà danzando la Raqs el Saif, la danza della spada

Un dipinto del pittore ottocentesco Jean-Léon Gérôme
Un dipinto del pittore ottocentesco Jean-Léon Gérôme

La danza Raqs el Saif affonda le sue radici nei tempi lontani e scintillanti di ori dei sultani ottomani. Le donne che vivevano nell’harem del sultano, vendute da familiari o rapite come bottino di guerra, odalische seminude, in questo serraglio di passione e voluttà, per pochi istanti danzanti, sfidavano la loro condizione di donne schiave e prigioniere rivendicando con elegante spudoratezza la libertà del loro animo. Si divertivano a sottrarre le spade ai loro carcerieri che adagiavano sulle loro teste, in equilibrio.

Sensualità e morbidezza

Foto: atlantabellydance.com
Foto: atlantabellydance.com

In questa posizione continuavano ad eseguire la loro danza, fatta di passi così piccoli, da risultare quasi impercettibili, ma sensuali e morbidi. In questo modo fermavano quasi il tempo e lo “usavano”. Accennando movimenti appena, usavano il tempo per stare ferme, per stare sulla scena, con aria di coraggiosa sfida e sguardo alto, ballerine impavide e simbolicamente libere. Nel breve tempo della Raqs el Saif.

(17/11/10)

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