Venerdì 29 Marzo 2024 - Anno XXII

Autostrade del mare: il loro demiurgo e un umile casellante…

Un uomo, un premio e una grande azienda. Guido Grimaldi e le sue navi da crociera. Un Amarcord di Gian Paolo Bonomi che ha iniziato a vendere viaggi proprio grazie al patron della Grimaldi, prima di fare il giornalista

L'
L'”Irpinia”, simbolo delle linee Grimaldi-Siosa alla fine degli anni ’50

Mi arriva dalla Grimaldi una email annunciante che sarà assegnato il Premio “Mare Nostrum Awards” tra gli scribi commentanti le Autostrade del Mare percorse dalle loro balde navi. Una email per me davvero importante, non certo per esecranda fame dell’oro (se poi si parla di premi ne ho vinto uno solo in vita mia, per di più ex aequo, a una Pesca di Beneficenza della San Vincenzo), né per il mio futuro professionale (i troppi bollini annuali sulla tessera dell’Ordine mi classificano ormai fuori tempo massimo). L’info della Grimaldi è per me risultata provvida non meno che insperata perché – grazie a un contestuale flashback – mi ha quantomeno provvisoriamente ringiovanito di qualche decina d’anni riportandomi ai giovanili tempi della mia milizia in quella Compagnia. E non è tutto, anzi c’è molto di più. La sullodata missiva elettronica giuntami da Napoli mi ha infatti fornito il piacere di ricordare (ma ciò accade sovente, perché il personaggio fu per me importante) chi della Grimaldi è stato non solo l’Anema e Core ma anche e soprattutto il creatore: il ‘dottor Guido’. Grimaldi, ‘ça va sans dire’, perché si parla di una grande azienda e come tutte le grandi aziende non poteva che nascere dalla testa di un sol uomo (e vantare oculata gestione famigliare) mica da un anonimo consiglio di amministrazione.

Ma ecco il flashback occorsomi, che – con tutto il rispetto per i cosiddetti traghetti – comincia con le navi da crociera doc.

Missione “quasi” impossibile: vendere crociere al Nord

Guido Grimaldi
Guido Grimaldi

Più di una quarantina di anni fa, girato il mondo accompagnando viaggi e conseguita stranamente una laurea, andai a bottega da un tour operator milanese. Ma la vicenda ebbe vita breve, non tanto perché nel Belpaese non vigeva ancora lo Statuto dei Lavoratori quanto per la mia incrollabile certezza che in quella bottega ero divenuto una antesignana vittima di ciò che poi sarebbe stato definito Mobbing (per chi parla come mangia, il ‘principale’ che rompe le balle). Feci pertanto fagotto e “buscando” (cercando, retaggio castigliano!) cosa fare scoprii che una compagnia di navigazione napoletana, la SIOSA (SIcula Oceanica Società Anonima), cercava qualcuno che nel nord del Belpaese si scatenasse a vendere crociere. Eccomi pertanto apparire a Napoli, in via Marchese Campodisola 13, presentato al ‘dottor Guido’ (nonché ‘onorevole’ perché deputato, nessuno è perfetto) che mi colpì per l’estrema franchezza colloquiale e uno sguardo tanto profondo e vivace da sapere quello che tu avresti detto prima ancora di aprire bocca. E non escludo che a mia volta non gli sembrai l’ultimo dei pirla, datosi che ipso facto mi proclamò abile e arruolato per la menzionata ‘missione’ che Tom Cruise avrebbe definito impossibile, o quasi.

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Dalla matita copiativa al pc. Un suggerimento al dottor Guido

L'eleganza della
L’eleganza della “Caribia”, nave acquistata nel 1965

Dovevo infatti piazzare crociere organizzate su una nave, la “Ascania” che (“è passato tanto tempo” – diceva Rick/Bogart in ‘Casablanca’ – e, prescrizione di reato a parte, si può ormai confessare) definire precaria è dir poco nonché eufemistico e riduttivo. Si aggiunga poi, come se ciò non bastasse, che mentre i venditori (oggidì più aulicamente ribattezzati ‘promoters’) del centrosud giocavano in casa, l’unico elemento del Commando spedito dal dottor Guido Grimaldi (io) si ritrovava nel padano nord – ma fortunatamente Bossi era ancora di là da venire – a contrastare il monopolio crocieristico della genovese “Costa” con una nave ‘terùna’ (unica arma segreta: la pizza a mezzanotte).

Tempi a dir poco eroici, tant’è che ogni tanto pensavo di mollare perchè non si vive di solo pane. A capo di ‘sta “Grimaldi Siosa”, però, c’era ‘sto ‘dottor Guido’ che mi stava simpatico, mi dedicava orrorosi cazziatoni telefonici lamentando assenze di gruppi del ricco nord, ma sapevo che conosceva e capiva la situazione, con lui il rapporto non verteva soltanto sul ‘quanto’ ma anche sul ‘che cosa’ e ‘perché’. E quando sostava a Milano le chiacchierate al ‘de Milan’ andavano ben oltre la canonica routine del ‘padrùn’ in visita alla periferia dell’impero, non si parlava solo di gruppi, tariffe, sconti e qualche mio pensiero extra business lo interessava pure.

Valse comunque la pena tener duro con la Grimaldi, perché, pensionata la “Ascania” (vabbè con qualche lustro di ritardo), le cose migliorarono assai con le crociere dell’“Irpinia” (se ben ricordo ex “Venezuela”), fu poi la volta dell’elegante (ahi quella sala da pranzo dell’architetto Cagnoni) e leggiadra “Caribia” (ex “Vulcania”) per finire con la balda “Ausonia”. Il tutto, sempre e ovviamente, con (già avvenuta la diaspora dei fratelli ‘genovesi’, da poco apparsi i figli, Amelia, stesso sguardo ‘anticipante’ del genitore, e Manuel) un Uomo Solo al Comando: l’“urlante” – ma più urlava nel rimbombante ufficio più elargiva generosità ai collaboratori – ‘dottor Guido’. Che sovente mi deliziava con battute e commenti davvero rari e preziosi.

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Ricordo quando – messaggero del tecnologico nord suggerente modernità all’arretrato sud – gli suggerii di installare un computer (quelli del booking usavano ancora la matita copiativa e il foglio bisunto, dopodiché, in caso di overbooking a bordo si tentava di lenire l’incazzatura del crocierista con un “drink in sala Barcellona”). “Un computer risolverebbe davvero tutto, caro Bonomi”, mi commentò l’armatore “ma che cavolo” (ma forse non usò questo termine) “succede se poi a farlo andare ci finisce un cretino?”. Un genio, il ‘dottor Guido’.

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