Martedì 23 Aprile 2024 - Anno XXII

Croazia, il Parco dei laghi di Plitvice

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Plitvice, Velebit, Krka. Nomi difficili per una natura splendida, a due passi da casa nostra. Sono i parchi scavati nei monti dai fiumi che sfociano nel Danubio e nell’Adriatico. Meraviglie naturali protette dall’Unesco

Il parco dei Velebiti

I monti Velebiti
I monti Velebiti

La costa dell’Adriatico orientale è una stretta fascia ai piedi dei corrugamenti alpini: i Velebiti a nord, le Alpi Dinariche a sud. Per secoli questa barriera ha diviso geograficamente, ma anche storicamente e culturalmente, il mare dal continente e ha conservato inalterate le sue caratteristiche naturali. Oggi il Velebit viene considerato il re delle montagne della Croazia. Per le sue caratteristiche, infatti, è la più grande area protetta di tutto il territorio nazionale. Si tratta di duemila chilometri quadrati che comprendono due parchi e due riserve protette. Arrivare al rifugio di Zavizan non è un’impresa, visto che la strada è percorribile anche in automobile, procedendo da San Giorgio (Sveti Juraj) poco lontano da Segna. Dopo Oltar ci sono altri diciassette chilometri. Il rifugio offre ristoro a comitive e alpinisti ma è anche un centro informazioni sulla montagna e dispone di un organizzato Servizio di Soccorso alpino.
A una quindicina di minuti di cammino dal rifugio alpino sullo Zavizan, si trova l’orto botanico del Velebit (1480 metri). Qui è raccolta la flora caratteristica dell’intera catena. Il luogo è stato scelto per la presenza d’acqua. Fiori e piante della montagna creano un ambiente di grande suggestione su un’area di cinquanta ettari. Completano l’offerta la baita, i sentieri, i cartelli con indicazioni e spiegazioni, i luoghi di sosta delimitati da pini, faggi e ginepri.

Rarità botaniche

Degenia Velebitica
Degenia Velebitica

In zona Balinovac, in una cinquantina di metri, sono raccolte ben cinquecento specie di piante endemiche dei Velebiti. Molte di queste piante sono nate spontaneamente all’interno del parco botanico, altre sono state importate da altre aree del massiccio. Il simbolo del giardino e del Parco è la cosiddetta “Degenia Velebitica”.
Nel 1978 l’Unesco ha voluto dichiarare il Velebit zona protetta. Nel 1981 l’intero massiccio, da Senjska Draga alla Zrmanja, inclusa la linea di costa per una superficie complessiva di duecentomila mila ettari, è stato dichiarato Parco Naturale.
Il Parco fa parte anche della cosiddetta “trasversale fiumana”: un percorso alpinistico che, in sei giorni di cammino in quota, permette di percorrere un itinerario che collega il Monte Maggiore a Zara, toccando le località, i passi e i sentieri più belli della dorsale. L’emozione più grande è la vista del mare che non scompare mai, con la corona delle isole, alla destra di chi si trova in cammino.

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Cherca, un Parco in riva al mare

Parco Nazionale Krka
Parco Nazionale Krka

I settantacinque chilometri di corsa del fiume Cherca (Krka) sono stati proclamati Parco Nazionale con Legge dello Stato nel 1985, diventando così il settimo in Croazia. Il fiume scorre lungo il territorio della Contea di Sebenico e Knin, rappresentando una vera ricchezza idrica in una regione carsica priva d’acqua; un fenomeno che desta quanto meno meraviglia. Il suo letto è un prato di tufo: ovvero calcare e alghe che insieme lo aiutano a scivolare senza eccessivi ostacoli e non gli permettono di sparire nel terreno assetato. Il fiume nasce dai monti Dinarici a est della piana di Knin e si sviluppa in una serie di cascate delle quali la “Skradinski buk” è una delle più suggestive. “Buk” significa “rumore” e ben definisce l’atmosfera di questa zona.
Molto suggestiva la zona dei mulini. L’acqua, opportunamente convogliata verso le pale dei mulini, aiutava un tempo gli abitanti di queste terre a macinare il grano, il mais e altre graminacee. E mentre gli uomini si occupavano delle chiuse e delle macine, le donne utilizzavano l’acqua per fare il bucato; la potenza del getto, in una vasca costruita appositamente in una grotta naturale, assicurava ottimi risultati. La gente, ancora oggi, sale qui da Sebenico per lavare i tappeti.

Verso l’Adriatico

Il traghetto sul fiume
Il traghetto sul fiume

L’itinerario segue il corso del Cherca attraverso passaggi obbligati. Durante la bella stagione e con tempo clemente, si può raggiungere il corso superiore, là dove il fiume si cheta, dando vita ai laghi, con isolotti e monasteri. Verso la foce, invece, domina il canneto: ottimo ricovero per gli uccelli. Qui nidificano duecento ventidue specie ornitologiche, in un ambiente di ottocento sessanta piante catalogate. Interessante poi è la presenza endemica di dieci diverse famiglie di pesci.
Il parco, nella bella stagione, si raggiunge a bordo di un traghetto. Il canyon è di fatto navigabile, ma dove inizia il parco è accessibile ai soli natanti autorizzati. Il canyon s’allarga con pareti scoscese a formare il lago di Prukljan che è ancora fiume per la sua acqua dolce, ma è già mare perché le onde vi penetrano. A metà del canale si apre Skradin, l’antico abitato di Scardona, col suo campanile a cipolla, meta di diportisti nella stagione estiva. Scardona, cittadina illirica, nel 1522 fu occupata dai Turchi che la tennero fino al 1684, quando fu liberata dalla Serenissima alla quale rimase fedele fino al 1797. Oggi il suo porto è uno degli ingressi al Parco Nazionale e sede di una moderna marina. Nelle anse del canyon, infine, trovano posto diverse fattorie d’allevamento di pesci, mitili e ostriche.

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